Questo servizio sulla difesa personale femminile è uscito sul mensile femminile Silhouette. Che intervista tre tra i massimi esperti italiani di autodifesa: tra questi Mario Furlan, che spiega il Wilding e i suoi benefici.
Gli altri due sono uno un maestro di krav maga, l’autodifesa israeliana, e l’altro un maestro di karate. I corsi di difesa personale femminile sono innumerevoli: quali scegliere?
La rivista Silhouette ha selezionato le tre discipline che a suo parere sono particolarmente efficaci nell’autodifesa per donne: il krav maga, il Wilding e il karate.
Tre forme di autodifesa femminile efficaci ciascuna a modo suo. Le peculiarità del Wilding? Semplicità, immediatezza e la grande attenzione posta all’aspetto mentale, psicologico e verbale dell’autodifesa da strada.
Che è totalmente diversa dagli sport da combattimento, dove ti batti ad armi pari con un solo avversario, disarmato, della tua stessa categoria di peso. Sul ring è vietato colpire certe parti del corpo, mentre l’autodifesa da strada insegna proprio a indirizzare i colpi alla gola, ai genitali e a tutte le aree “proibite”.
Perché saper eseguire dei calci circolari è molto scenografico, ma a meno che tu non sia un campione di kickboxing o di arti marziali miste non è la soluzione vincente durante un’aggressione.
Quello che serve nell’autodifesa da strada, e soprattutto nell’autodifesa femminile, è infatti la capacità di reagire immediatamente all’aggressione, senza lasciarsi travolgere dal panico che paralizza.
Il Wilding, scrive Silhouette, è diverso dalle altre forme di autodifesa perché “più incentrato sul rafforzamento del coraggio e dell’autocontrollo”, laddove invece normalmente ci si basa sulle tecniche e sulla forza.
Le tecniche servono? “Certo – dice Furlan – ma non crediate di poterle usare con scioltezza al momento del bisogno, a meno che non siate una cintura nera. O a meno che non abbiate imparato a gestire le emozioni sotto stress, come insegna il Wilding”.